Lyrics to I Sacchi Della Posta
Fiera, sommessa, repentina, breve
L'estensione variabile dei piedi
L'andatura, l'adagio, lo svelto
L'incedere e il procedere
Poi le scarpe sono la precisa
Espressione del viso
Andare passo passo, fare moto
Per correre e agitarsi molto poco
Appena in tempo per la messa cantata
Un altro po'
Ed il treno era partito
Svoltato l'angolo
Aggirato il monumento
Lungo le mura, rasente la barriera
Di sotto il porticato
Sfiorando la ringhiera
La spalletta, la spalletta sul fiume
Le scale, sulle scale, le scale
Da un sarto senza manica sinistra
Dall'ebanista discutendo se si possa
Chiamare diceria, il capriccio
Della cornice
Perché non scende e uno
Perché non sale e due
I sacchi della posta
Questa è l'ora
Quasi da soli saltano
Sugli sbarcatoi
I quarti di buesse sanguinose
Soggiogano ragazzi incappucciati
Gli appuntamenti sono plateali
Vedi venirsi incontro due vocali
I cagnolini vanno avanti al trotto
I cani grossi hanno scontri di botto
Col non si sa che sia, col non si sa
I minutini, gli attimi, gli instanti
Tengono a bada tutti, tutti quanti!
Ma le mezz'ore perse sono già funeste
Son teste emerse e rifugiate leste
Nelle finestre, nelle finestre
A prima vista tutto è secondario
Poi le scarpe sono la precisa volontà del viso
Cominciano i miraggi: atti notori
Col nastrino in gola
Fanno i graziosi mentre fan la spola
Patenti a fisarmonica, a soffietto
Hanno da dire e da ridire su tutto
Licenze ancheggiatrici
Fanno adescamento
Quindi i certificati sono
Pellirossa tutti lustrati
Arrivederci ed uno
A risentirci e due
Le parti per il corpo articolato
Si piegano, si snodano polpose
E succulente e ossee e nervose
Il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone
Intorno al quale il muscolo fa vela
Lo zigomo, la tempia, il metatarso
Poi le scarpe, con i lacci o senza
La faccia, arrivederci, arrivederci
L'estensione variabile dei piedi
L'andatura, l'adagio, lo svelto
L'incedere e il procedere
Poi le scarpe sono la precisa
Espressione del viso
Andare passo passo, fare moto
Per correre e agitarsi molto poco
Appena in tempo per la messa cantata
Un altro po'
Ed il treno era partito
Svoltato l'angolo
Aggirato il monumento
Lungo le mura, rasente la barriera
Di sotto il porticato
Sfiorando la ringhiera
La spalletta, la spalletta sul fiume
Le scale, sulle scale, le scale
Da un sarto senza manica sinistra
Dall'ebanista discutendo se si possa
Chiamare diceria, il capriccio
Della cornice
Perché non scende e uno
Perché non sale e due
I sacchi della posta
Questa è l'ora
Quasi da soli saltano
Sugli sbarcatoi
I quarti di buesse sanguinose
Soggiogano ragazzi incappucciati
Gli appuntamenti sono plateali
Vedi venirsi incontro due vocali
I cagnolini vanno avanti al trotto
I cani grossi hanno scontri di botto
Col non si sa che sia, col non si sa
I minutini, gli attimi, gli instanti
Tengono a bada tutti, tutti quanti!
Ma le mezz'ore perse sono già funeste
Son teste emerse e rifugiate leste
Nelle finestre, nelle finestre
A prima vista tutto è secondario
Poi le scarpe sono la precisa volontà del viso
Cominciano i miraggi: atti notori
Col nastrino in gola
Fanno i graziosi mentre fan la spola
Patenti a fisarmonica, a soffietto
Hanno da dire e da ridire su tutto
Licenze ancheggiatrici
Fanno adescamento
Quindi i certificati sono
Pellirossa tutti lustrati
Arrivederci ed uno
A risentirci e due
Le parti per il corpo articolato
Si piegano, si snodano polpose
E succulente e ossee e nervose
Il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone
Intorno al quale il muscolo fa vela
Lo zigomo, la tempia, il metatarso
Poi le scarpe, con i lacci o senza
La faccia, arrivederci, arrivederci
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